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Ottobre 2024
Arrampicata: Costa Blanca (Spagna)
Classica vacanza autunnale della Guida Alpina! In giro a scalare.
Dopo essere tornati a Ulassai, si parte alla volta della Costa
Blanca. Niente furgone questa volta, ma un comodo aereo low cost che
in neanche due ore da Caselle ci fa atterrare a Valencia. Da qui in
1h siamo a Calpe dove staremo per due settimane. Eravamo stati già
qui a scalare il Natale del 2002. In questi anni sono aumentate le
zone di arrampicata e assieme alla sempre bella Sella, dove saliamo
la via "Luna" (100m, 7amax, 6c obbl.), scaliamo nelle falesie di
Ocaive, Foradà, Peja Roja, Castellet de Calp e nella strepitosa
Aixortà dove sono presenti 60 tiri dal V all'8b tutti da antologia,
da annoverare tra le 10 più belle falesie di sempre. Non poteva
poi mancare la bici, visto che la Costa Blanca è diventata, a ben
ragione, la Mecca del ciclismo su strada. Le strade sono bellissime,
l'asfalto è perfetto, non si trova una buca o un rattoppo neanche
nelle strade secondarie, gli itinerari sono belli e vari, traffico
scarso (a parte lungo il mare), e automobilisti rispettosissimi, in
due settimane di pedalate nessuna macchina mi ha MAI suonato,
superato in curva o passato a meno di due metri di distanza!!
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Giugno 2024
Alpinismo: Perù, Cordillera Bianca
Dopo averlo organizzato tante volte senza mai riuscire ad andarci,
finalmente visito il Perù e la bellissima Cordillera Bianca. Con me
un gruppo ben
affiatato e carico, Rosanna, Marinella, Emanuela, Marco 1 e 2 ed
Enrico. La prima parte del viaggio è dedicata alla fase di acclimatamento
e visita di Cusco e di Machu Pichu, la vista di questo famoso sito
archeologico è semplicemente emozionante! La fase di acclimatamento
prosegue poi con la facile salita alla montagna Vinicunca 5036m, la
famosa montagna colorata, pensavo che le foto fossero ritoccate, e
invece dal vivo è ancora più spettocolare, quasi da non sembrare
vera. Finita la prima parte turistica, ci spostiamo a Huaraz per la
parte alpinistica del viaggio. Da Huaraz, con breve spostamento in
pulmino e a piedi, raggiungiamo il rifugio Ishinca, dove passiamo 4
spendidi giorni. Tutto ben
oltre le nostre aspettative, montagne, rifugio e accoglienza al top.
Saliamo prima l'Urus este (5423m) e poi il nevado Ishinca
(5530m). Giusto il tempo di una doccia a Huaraz e subito
pronti per le prossime montagne. Per questa parte finale del
viaggio, ci spostatiamo al rifugio Perù, nella valle di Yungay
circondati dalle più belle montagne della Cordillera : Huascaran,
Chopicalqui, Huandoy, Chacraraju. Il nostro obiettivo è il Nevado
Pisco (5730m), purtroppo questa volta il mio consueto culo della
guida non ci aiuta e facciamo tutta la salita nelle nuvole con neve
a tratti, privandoci della vista spettacolare sulla Cordillera, ma
non della voglia di salire ancora un'altra montagna nelle Ande,
concludendo così un'altro viaggio perfettamente riuscito.
Anche questa volta ho avuto la fortuna di accompagnare un gruppo
fantastico con cui ho condiviso 20 splendidi giorni, ed è forse
proprio questo il vero culo della guida!
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Maggio 2024
Arrampicata: Sardegna-Ulassai
Riparte la stagione dell'arrampicata, e per rimettersi in forma
niente di meglio che passare una settimana ad arrampicare in
Sardegna. Con Rosanna, veloce trasferta ad Ulassai, per noi era la
terza volta su queste rocce, in questa occasione come falesie
abbiamo visitato le recenti Sassa Bella, Su Fundu e Su Casteddu.
Tutte bellissime e meritevoli di essere rivisitate al più presto!
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Aprile 2024
Scialpinismo: Georgia
Bella settimana di scialpinismo sulle montagne del Caucaso in
Georgia assieme al gruppo super collaudato di Martino, Adolfo, Mario
e i due Alberto. Dopo un po’ di turismo nella capitale Tiblisi ci
spostiamo direzione montagne nel bel paesino Stepasminda dove
staremo per una settimana in una guesthouse. Come prima gita
partiamo dal carattestico villaggio di Sioni attraverso la
suggestiva valle di Terkhena per raggiungere i 3142m della punta
denominata Narvani. Secondo giorno con tempo nuvoloso e allora ci
dirigiamo a Gudauri e sfruttando in parte le piste battute saliamo
al monte Kubedi (3007m) nel white-out più totale... Ci consoliamo
però con le prelibatezze georgiane preparate dalla signora georgiana
della guesthouse. Il terzo giorno andiamo in perlustrazione del
Gergeti glacier fino al colle a quota 3800m per l'itinerario del
Kazbek dalla spettacolare chiesa della Trinità di Gergeti.
Condizioni ottime, sci praticamente dalla macchina e meteo e neve
meglio delle previsioni. Il quarto giorno tempo incerto,
qualcuno lo sfrutta per riposarsi e preparare l'attrezzatura per il
Kazbek, e qualcuno invece utilizzarà gli impianti per farsi
un'ultima sciata in pista della stagione. Gli ultimi due giorni,
col consueto "culo della guida", becchiamo due giornate spaziali per
l'ascesa al monte Kazbek (5047m): non una nuvola, zero vento e
temperature giuste. Il primo giorno saliamo alla cresta sud
dell'Ortsveri (3750m), mega sciata su firm perfetto fino alla Deka
Hut, un rifugio/chalet a 3000m appena inaugurato molto bello e
dodato di tutti i comfort, dove pernotteremo. L'ultimo giorno,
partenza alle 3 dal rifugio e dopo 7 ore siamo ai 5000m di quota del
Kazbek tra panorami bellissimi e spazi infinite. Classiche foto di
rito e poi sciata atomica di quasi 3000m di dislivello fino alla
macchina, per coronare una bella settimana di skialp!!
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Novembre 2023
Gran Canaria: bici e arrampicata
Classica vacanza autunnale che combina mare, arrampicata e
bici. Quest’anno come meta scegliamo Gran Canaria, dove questo
connubio riesce benissimo. Bellissime strade dove pedalare, mare e
spiagge bellissime e anche qualche bella falesia dove passare dei
piacevoli pomeriggi.
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Agosto 2023
Ladakh: trekking Changthang e Mentok Kangri
(6162 m)
A distanza di 5 anni faccio ritorno in Ladakh, l'Himalya indiano.
Questa volta visitiamo la regione del Changthang con l'obiettivo la
scalata del Mentok Kangri. Con me ci sono Rosanna, Idillia,
Marinella ed Enrico, e, come nelle precedenti due spedizioni, ad
aiutarmi nell'organizzazione e logistica, c'è l'amico ladako Eidgah,
ormai una garanzia. A supportarci durante il trekking ci saranno il
bravissimo cuoco Tsewang e i due giovani aiutanti Otzal e Namgel,
oltre a 10 ponies che useremo per trasportare tutto il materiale e
il cibo. Arrivati a Leh, trascorsi un paio di giorni alla visita
dei monasteri, tra cui il bellissimo monastero di Hemis, partiamo
per il trekking. La prima notte la passeremo a 4300m, e da lì
trascorreremo due settimane sempre sopra i 4500m, percorrendo 130km
con il superamento di ben 6 passi sopra i 5000m di cui due sopra i
5400m. Proprio sopra l'ultimo passo del trekking, scopro dalla mappa
del gps, un 6000 facile che con Enrico raggiungiamo precedendo il
gruppo, portandoci così a casa il primo 6000 del viaggio: il Yalung
Nong sud (6080m), un bel 6000 di puro escursionismo, ma con una
vista stupenda sul lago Tsomoriri. Raggiunto il lago Tsomoriri,
saliamo al campo base del Mentok Kangri a 5500m. Il giorno
successivo consueto giorno di riposo per il gruppo, che mi da modo
di fare una veloce scappata solitaria al Mentok Centrale (6204m),
bella salita glaciale con un tratto un po' più ripido. Il 19
agosto alle 3:15 partiamo dal campo base per la cima del Mentok II.
Con noi anche al cuoco Tsewang, a cui io ed Enrico forniremo un po'
di materiale per poterci seguire, e la guida Nima Sherpa. Alle 9,
dopo un tratto di morena, uno di roccette e un finale su un bel
pendio glaciale a 40°, siamo tutti ai 6162m della cima per le foto
di rito e i giusti festeggiamenti. In conclusione una delle
spedizioni meglio riuscite di sempre, trekking e cime bellissime,
posti meravigliosi e molto selvaggi (in 14 giorni abbiamo incrociato
giusto un altro paio di spedizioni e qualche campo nomade) che ho
avuto la fortuna di condividere con un gruppo fantastico!!
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Giugno 2023
Arrampicata: Grecia-Karpathos
E anche quest’anno 10 giorni di mare l’abbiamo fatti. Questa volta
siamo andati alla scoperta della bellissima isola di Karpathos.
L’isola (decisamente più grande e varia di Kalimnos) offre
tantissime possibilità di svago tra roccia, bici, escursioni (la
montagna più alta dell’isola raggiunge i 1200m) e sport di vento e
onda. Inoltre è famosa per le sue bellissime spiagge, ce n’è per
tutti i gusti e sempre poco affollate (questo per il mese di
giugno). Le falesie non sono paragonabili a quelle di Kalimnos o
Leonidio, però ce ne sono diverse meritevoli e su tutte il settore
Eiar ad Adia, che con i suoi 50 tiri dal 5+ al 7c, può riempire
tranquillamente una vacanza. Inoltre non rischierete mai di trovare
ressa come a Olympus o Grande Grotta, noi in 8 giorni di scalata,
non abbiamo mai incontrato nessuno. E per quanto riguarda il cibo e
ristoranti, poco da dire, semplicemente non abbiamo mai mangiato
così bene in Grecia come questa volta!
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Marzo 2023
Scialpinismo: Norvegia, isole Lofoten
Per il secondo anno di seguito torno in Norvegia. Questa volta
assieme a un gruppo super agguerrito di mezzallamisti (Alberto,
Alberto2, Mario, Martino, Arturo, Michele e Carlo).
L'accoglienza è stata delle migliori da subito, primo giorno
facciamo il Litletinden vicino a Narvik: sole, panorami mozzafiato,
temperature invernali (-15° in partenza!!) e tantissima farina!
Il secondo giorno ci spostiamo a Kavelbag nelle isole Lofoten e si
va subito di tripletta: Store Kvittinden, Sautind e Pilan. Un bel
2000m per scaldare la gamba per i prossimi giorni. Il terzo
giorno ci concediamo il Geitgallien con discesa dal canale sud.
Probabilmente la gita più bella delle Lofoten e non solo, con un
bellissimo canale di quasi 1000m che butta direttamente nel fiordo,
semplicemente magico!! Le previsioni per il quarto giorno davano
brutto, io mi pregustavo già la giornata nella sauna della casa, e
invece dopo la nevicata notturna, mattinata di sole e quindi si va
di periplo del monte Varden su neve ottima! La mattina del quinto
giorno inizia con una bufera di neve, quindi classico giro turistico
nei porticcioli delle Lofoten. Poi alle 13 miglioramento e allora
vai di doppia gita: Sydalsfjellet e Kleppstadheia rese ancora più
belle dai colori del crepuscolo. Il sesto giorno giornata
semplicemente fotonica, nella notte altri 30 cm di neve fresca, al
mattino sole, zero vento e temperature invernali, semplicemente
perfetto! Il menù della giornata prevedeva il periplo del
Rundfjellet con discesa dei tre versanti: sud, nord ed est, per un
totale di 2100m e 23km di puro godimento, forse una delle sciate
migliori di sempre!! Per l'ultimo giorno di viaggio, visto che
tra un mese tutti i partecipanti del viaggio dovranno fare il
Mezzalama, il programma del giorno prevedeva lo "Sgasatinden skiraid".
Ossia la salita del Blatinden e del Torskmannen a full gas. Altra
mega giornata da 1800m di farina stellare, con discese da urlo.
Grazie alle condizioni trovate, e al super gruppo di partecipanti,
questa settimana alle Lofoten è stato uno dei viaggi meglio riusciti
di sempre!
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Settembre 2022
Arrampicata: Marche
La vacanza in furgone in giro ad arrampicare e vedere posti nuovi, è
una delle mie vacanze preferite da sempre. Questa volta, con
tanto di mezzo nuovo fiammante da rodare, visitiamo le Marche. Visto
che non eravamo mai stati in centro Italia a scalare, con Rosanna
decidiamo di passare 10 giorni nella zona di Pesaro-Urbino.
Arriviamo nelle bellissime gole del Furlo dove scaliamo sulle sue
placche grigie tecniche, dove è meglio avere dita forti e piedi
precisi. Le temperature in questo periodo sono ancora da estate
piena, di conseguenza nei giorni successivi visiteremo solo falesie
rigorosamente all'ombra e in canyon dove trovare un po' d'aria e
fresco. Molto belli i settori di Rio Vitosco, un bel canyon con
settori da ambo le parti del rio. Ancora più belli i settori della
Carbonaia (paretone, caffè carbonaia e grottone di Polifemo) e
quelli della Fossa dell'Eremo con le belli pareti verticali a tacche
del settore fiume e muro giallo e le belle canne strapiombanti del
settore grottone. A parte qualche gruppetto di local o romagnoli nei
we, siamo stati quasi sempre da soli ad arrampicare, incontrando
pochissimi vacanzieri e nessun straniero!
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Aprile 2022
Scialpinismo: Norvegia
Dieci magnifici giorni trascorsi al 70° parallelo sciando sempre vista mare
tra i fiordi delle alpi di Lynghen e sulle isole di Uloya e Kaghen.
In questa annata povera di neve, una trasferta per sciare sulle nevi
norvegesi era quasi d'obbligo, e la quantità di scialpinisti
provenienti da tutta Europa incontrati all'aeroporto di Tromso, ci
fa capire che non siamo gli unici ad avere avuto questa
idea! La nostra base per questa vacanza sarà una bella casa munita
di tutti i comfort di fronte all'isola di Kagen, su un bel
porticciolo e nel nulla più assoluto, immersi solo nella natura
norvegese. Anche in questo viaggio il meteo è dalla nostra,
permettendoci di sciare praticamente sempre, con tre giornate
strepitose di sole con cielo blu cobalto che ci ha regalato panorami
dai colori incredibili. Temperature mediamente alte, neve primaverile, non proprio quella che ci si aspetterebbe in Norvegia,
ma sempre ben sciabile e divertente. Il sesto giorno però, una nevicata notturna, ci ha ricordato di quanto sia bello
sciare in neve fresca, sensazione quest'anno mai provata... E
l'ultimo giorno, già soddisfatti e stanchi delle gite fatte, quando
ci avviamo un po' svogliati per l'ultima gita in un
panorama in bianco e nero tipico norvegese, il caso (o il solito
"culo della guida") ci regala anche l'avvistamento di un bel branco
di 40 renne proprio sotto la punta! Tante le gite fatte: Giilavarri, Rissavarri,
Storhaugen e Sorbmegaisae vicino alla città di Olderdale Fastantilden, Kravingtinden, Tafeltinden
nella penisola di Lynghen Storsandnestind e Brelkagen sull'isola
di Kagen Kjelvagtinden, Uloyatinden e Blatinden sull'isola di
Uloya. Su tutte,
le gite più belle ed emozionanti come neve e panorami, sono state
indubbiamente la traversata dell'isola di Uloya (con le sue tre cime), la lunga salita sul ghiacciaio al Tafeltilden e il
bel pendio finale del Fastantilden finalmente su incredibile neve farinosa. Insomma meteo,
location, condizioni, tutto ha contribuito alla riuscita del
viaggio, ma soprattutto un gruppo omogeneo di persone entusiaste che
si è perfettamente adattato allo spirito del vacanza norvegese, ha
permesso che questo viaggio sia stato assolutamente perfetto!
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Dicembre
2021
Arrampicata: Sicilia
Prosegue la lunga stagione dell'arrampicata con una trasferta in
terra sicula. Assieme a Marco1, Marco2, Silvio, Enrico, Davide e
Rosanna, trascorriamo 5 giorni ad arrampicare sulle pareti siciliane
della zona di Siracusa. Facendo base nella città di Modica, con le
sue belle chiese e case barocche ma soprattutto con i suoi ottimi
ristoranti, visitiamo 5 diverse falesie situate nella zona di Ragusa
e Siracusa. Il primo giorno andiamo a Secret Garden. Come dice il
nome della falesia, posto nascosto e non frequentatissimo che solo
grazie alle indicazioni di alcuni cacciatori della zona riusciamo a
raggiungere. Potenziale incredibile per questa falesia sicuramente
esigente sia dal punto di vista dei gradi che della chiodatura, che
meriterebbe una risistemata, ma linee su una roccia dai colori
incredibili. Il secondo giorno andiamo alla classica
Contralfano, una garanzia per quanto riguarda bellezza delle vie e
chiodatura, sicuramente la migliore delle falesie visitate in questa
settimana. Il terzo giorno andiamo nella nuovissima falesia di Lost
Place, qui si trovano una trentina di tiri tutti lunghi sui 35m, su
un calcare lavoratissimo. Il giorno dopo la pioggia del mattina ci
fa indugiare un po' di più in pasticceria a fare colazione, ma poi
il vento porta via le nuvole e asciuga le pareti molto velocemente e
così non ci rimane che fare qualche tiro a Cavadonna, l'altro
masterpiece della zona. L'ultimo giorno visitiamo invece la cava
d'Ispica, bellissimo canyon con i sui villaggi rupestri e pareti di
un calcare particolare, diverso dalle altre zone, qui prevalgono i
mui verticali a tacche e biditi, dove consumiamo l'ultimo strato di
pelle delle mani e le ultime energie delle braccia. Il ritorno al
freddo e la neve di Torino è traumatico, ma basterà qualche gita con
gli sci per superare lo shock termico!
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Novembre 2021
Arrampicata: Grecia
Si torna a viaggiare e visto che in questo periodo la voglia di
scalare è ancora alta, non si poteva scegliere meta migliore se non
la Grecia. Qui si trovano le migliori falesie di calcare d'Europa (e
forse del mondo). Come prima zona di questo minitour nel
peloponneso, scegliamo Kyparissi. In questo piccolo paese a 4h di
macchina da Atene, si trovano poche case, 3 spiagge, due mini-market
e 3 taverne (tassativo arrivarci con il pieno di benzina, il
distributorte più vicino si trova a 40km di distanza!). Insomma se
siete alla ricerca della tranquillità questo è il posto per voi. Nei
dintorni del paese ci sono 12 bellissime falesie, perfette per
questa stagione visto che sono quasi tutte all'ombra per la maggior
parte del giorno. Noi abbiamo visitato i settori Hideout, Kapsala,
Watermill e la spendida spiaggia con annessa grotta di Balogeri.
Quasi a malincuore dopo una settimana, ci spostiamo a Leonidio dove
eravamo già stati due anni fa. Qui troviamo decisamente più gente,
tutti i servizi e comodità del caso e oltre 40 settori con più di
1500 tiri. La malinconia per Kyparissi verrà spazzata via dalla
vista del nuovo settore Jupiter, forse la più bella falesia di
sempre dove abbia scalato (parere del tutto personale!). Questo muro
perfetto leggermente strapiombante alto fino a 50m, ospita circa 40
tiri tutti oltre i 40m e quasi tutti di grado 7, decisamente la mia
falesia :-) . Gli ultimi giorni li passiamo nella falesia di
Agios Andreas a 40km a nord di Leonidio. Qui, in mezzo agli ulivi e
con vista mare, si trova un roccione alto 35m con 30 magnifici tiri,
la classica ciliegina sulla torta di questo viaggio.
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Febbraio 2020
Scialpinismo: Kirghizistan
Dopo
aver provato negli anni passati le nevi scandinave tra Norvegia,
Islanda e Svalbard, le nevi turche in Anatolia e marocchine
sull’Alto Atlante; quest’anno assieme a Rosanna, Martino, Luli,
Carlo e Mauro sperimentiamo le nevi del ex Unione Sovietica in
Kirghizistan. La meta che scegliamo non è ancora inflazionata dal
turismo scialpinistico e le informazioni a riguardo sono poche.
Partiamo quindi un po’ alla scoperta e ignari di quello che
troveremo, da Milano alla volta di Osh. Qui ci accoglie, dopo un
giorno di volo, Regina che assieme a Yaroslav ci accompagna con 4
ore di pulmino a Arslanbob, paese a 1600m
di quota circondato dalla
catena montuosa di Beaubash-Ata
che si eleva fino ai 4430m
della sua vetta più alta. Ad Arslanbob staremo per 5 giorni nella
casa di Ibrahim, insegnante in pensione, che assieme alla famiglia
gestisce una sorta di guest house, anche se di turisti se ne vedono
pochi, di fatto siamo gli unici occidentali! Il secondo giorno
iniziamo con le gite, breve spostamento a bordo Lada Niva e ci
troviamo già con gli sci ai piedi in direzione della nostra prima
cima il Jaz-Jarym 2650m. Come inizio non possiamo chiedere di
meglio: sole, farina di gran qualità, pendii intonsi e solo per noi
e super sciata!! Anche il terzo giorno sul Nooruz (2870m) il leit
motiv è lo stesso: sole, pendii perfetti per lo scialpinismo e
discesa spettacolare su farina incredibile, autentica polvere grazie
al clima secchissimo. Il quarto giorno partiamo sotto una fitta
nevicata. Sul volto dei miei adepti intravedo un po' di perplessità,
però la nostra costanza viene premiata. Arrivati in vetta, smette di
nevicare e fra le nuvole fa capolino anche il sole. A quel punto a
noi non è rimasto che goderci la discesa, come da copione da 5
stelle. Durante la notte del quinto giorno avviene una fitta
nevicata che smette a metà mattina. Si parte come al solito con i
mitici Lada Niva, che in questi giorni ci hanno scorrazzato su
strade che io a piedi senza ramponi non mi sarei mai osato
affrontare. Oggi però è troppo anche per loro, ma poco male,
mettiamo gli sci dove arriva la macchina e partiamo nella foresta di
noci più grande del mondo, che in queste condizioni sembra davvero
un luogo incantato. L’ultimo giorno in Kirghizistan, in mattinata
facciamo una veloce gita al Kongur-Tobe (2560m) che ci regala ancora
bellissima neve e squarci incredibili; poi un po' di turismo in
paese, dove ci mischiano tra i locali e ammiriamo ancora un po' la
bella catena montuosa del Beaubash-Ata che con le sue vette sopra i
4000m incornicia Arslanbob.
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Ottobre 2019
Spagna-Margalef, Siurana, Montsant: arrampicata
Dopo la Grecia, breve sosta e subito si riparte in compagnia di
Enrico, Elisa, Alberto, Federico e Ricky per la Spagna. Facciamo
base ad Uldemolinos paesino nella Catalunia al centro del trittico
Margalef, Siurana e Montsant i tre settori di falesie tra i più
belli d'Europa e distanti l'uno dall'altro poche decine di km. In
quattro giorni esploriamo diversi settori, cambiando
falesie e generi ma sempre con un unico comune denominatore:
la roccia stellare che regna sovrana in questa parte della Spagna!
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Ottobre 2019
Grecia-Leonidio: arrampicata
Erano già diversi anni che non andavo in Grecia a scalare tra le sue
pareti di calcare in riva al mare. Dopo aver frequentato in tre
occasioni le falesie di Kalimnos, questa volta con Rosanna siamo
andati a scoprire l'altra mecca dell'arrampicata greca: Leonidio.
Qui l'arrampicata è nata recentemente, è dal 2013 che sono state
chiodate le prime pareti, ma da allora l'arrampicata su queste
pareti è esplosa, diventando una di quelle mete imprescindibili per
l'arrampicatore globetrotter. Il merito di questo successo è dovuto
alle tante pareti tutte di facile e rapido accesso dal paese di
Leonidio, dalla qualità della roccia che è di livello assoluto,
dalla bellezza del posto e delle sue spiagge che permette di
abbinare perfettamente il dualismo arrampicata e mare. Con
Rosanna siamo stati una settimana a Leonidio, complice anche il
meteo perfetto, abbiamo scalato 6 giorni, queste le falesie da noi
provate: Mars: forse la più bella della zona, tiri dal 6b al 8a,
tutti strepitosi!! H.A.D.A.: grande strapiombo con tiri duri e
qualche tiro più facile. Sabaton: la falesia vista mare perfetta
per le famiglie, avvicinamento breve, base comoda, e tanti tiri fino
al 7c. Sala: una delle ultime nate, qui non troverete la folla
delle altre falesie, ma se scalate sul 7b non potete mancare
koloneto, un tiro su questo grado tra i più belli mai saliti.
King of Thrones: un piccolo gioiellino con tiri dal 5 al 7c, pochi
tiri ma tutti meritevoli.
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Settembre 2018
Cile: scialpinismo sui vulcani
La stagione sciistica quest'anno
incomincia presto. Con un bel gruppo di agguerriti skialper
(Barbara, Cristiana, Tazio, Martino, Luli, Gabriele, Adolfo e
Giorgio), siamo migrati dall'altra parte dell'oceano alla volta dei
vulcani cileni. Il viaggio parte subito alla grande, le belle
giornate di sole e le ottime condizioni di neve ci permettono subito
di salire i vulcani Nevado de Chillan, l'Antuco e di fare un paio di
tentativi al Loquimay. Poi purtroppo l'arrivo del maltempo ha
cambiato i nostri piani e da skitour, il nostro viaggio si è
trasformato in un viaggio enogastronomico verso il sud, facendo i
turisti fino alla bellissima isola di Chiloe e consolandoci con
l'ottima cucina cilena e i suoi vini.
Toccherà quindi
tornare per salire i vulcani del sud, anche perché i paesaggi visti
sono bellissimi, la neve e i pendii incontrati sembrano fatti
apposta per lo scialpinismo e soprattutto sciare assistendo in
diretta ad una esplosione del vulcano da un'emozione semplicemente
indescrivibile!!!
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Agosto 2018
Ladakh: Markha Valley, Kang Yatze (6246m) e Dzo Jongo (6230m)
Ero già stato in Ladakh nel 2015 con un
gruppo ed eravamo stati nella valle di Stok con la salita ai 6180m
dello Stok Kangri. Viaggio riuscitissimo tanto che a 3 anni di
distanza con me torna anche
metà del gruppo del 2015. In totale siamo in 9 che voliamo in India:
io, Rosanna, Idilia, Rossella, Gianpiero, Mario, Enzo, Simone e
Fabio. Dopo la fase di acclimatamento tra la visita della capitale
Leh e del bel lago Pangong, partiamo per il trekking della Markha
Valley. Con noi c'è in pratica lo stesso staff della volta scorsa
capitanato da Eidgah e dai due Sherpa nepalesi Lakpa e Shira che mi
aiuteranno ad accompagnare il gruppo alla scalata dei due 6000 in
programma. Notti sempre in tenda e trasporto del materiale coi
cavalli e muli. Il trekking della Markha Valley è uno dei più
frequentati del Ladakh, per bellezza e facilità di accesso.
Nonostante questo rimane un posto selvaggio e spesso abbiamo
condiviso i campi con non più di una o due spedizioni. Dopo 4 giorni
arriviamo ai 5050m del campo base del Kang Yatze, il primo dei due
obiettivi della spedizione. Il giorno successivo mentre l'intero
gruppo riposa e continua la fase di acclimatamento, io e Lakpa
saliamo fin a 5700m per vedere le condizioni della salita. La salita
ai 6246m del Kang Yatze prevede una prima parte facile su pietraia
per poi proseguire con un pendio glaciale sui 35/40° fortunatamente
in ottime condizioni grazie alle nevicate recenti. Si parte all'1 di
notte, e dopo circa 6 ore tutto il gruppo diviso in tre cordate
arriva in cima, foto e festeggiamenti di rito e poi veloce discesa
al campo base dove ci aspetta la classica zuppa di noddles, ottima
per reintregrare carboidrati e liquidi, e il giusto riposo. Il giorno successivo ci spostiamo di
valle e arriviamo ai 5100m del campo base dello Dzo Jongo (6230m).
Non si cambia il programma vincente e quindi prima della salita
altro giorno di riposo nel quale io e Lakpa ci concediamo una veloce
salita alla vetta (4h tra andata e ritorno) in modo da constatare di
persona le condizioni dell'itinerario. Anche qui ottime condizioni,
salita tutta asciutta, possiamo lasciare al campo picozza e ramponi.
Il giorno dopo si ripete la salita con tutto il gruppo, questa volta
a un ritmo più tranquillo, godendo anche dei bellissimi scenari che
offre questa cima, con vista che spazia tra le montagne del Ladakh e
del Karakorum. A questo punto non ci rimane che un giorno di
trekking per superare il Kongmaru La (5230m) e rientrare a Leh dove
possiamo finalmente brindare con la birra (e non più a thè...) le
salite e il bel trekking effettuato.
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Dicembre 2017
Thailandia: Arrampicata
A un anno di distanza
torno in Tailandia, 10 giorni di mare e caldo prima di Natale sono
l'ideale per ricaricare le batterie ed essere pronti per la lunga
stagione invernale. I primi 4 giorni li passiamo nelle
collaudata Ton Sai. Essendo ancora bassa stagione, pochissima gente
a Ton Sai, come anche nelle più turisti spiaggre di Raley e Pra Nang. Visto che
molte falesie le avevamo già visitate l'anno scorso, questa volta ci
concentriamo sulle vie lunghe. Primo giorno facciamo "Peyote" sulla
Cat wall. Sono 5 tiri tutti di 6c/6c+, su forte strapiombo a canne
(tanto che nonostante abbia diluviato per due
ore
mentre facevamo la via, non ce ne siamo minimamente accorti!). Secondo giorno
facciamo la classica dura del Taiwan Wall, "Prince of Tai", 4 tiri
fino al 7b, con un fantasmagorico terzo tiro di 7a+, uno strapiombo
a concrezioni strepitoso. Su queste vie, a differenza dei monitiri,
roccia non unta e anche un po' più di aria che aiuta a combattere il
caldo umido onnipresente. Il terzo giorno andiamo a provare il
masterpiece "Cross Eyed" alla Melting wall. In effetti su grado 7b
ho fatto pochi altri tiri così belli. L'unto c'è ma non da così
fastidio, per il caldo ci andrebbe invece il ventilatore
portatile... Dopo questa breve permanenza a Ton Sai, ci spostiamo
a sud e con 5 ore di ferryboat arriviamo a Lao Liang, un isola
piccolina (la si circumnaviga in kayak in meno di un ora) di fronte
a Trang. Qui c'è solo un resort basico con tende che può ospitare
fino a un massimo di 60 persone (nel nostro periodo insieme a noi
c'erano solo altre due coppie e per giunta non scalatori!). L'isola, a parte la spiaggia lunga
circa 300m dove sorge il resort, è tutta roccia, con pareti alte
fino a 100m. Solo la parte di roccia di fianco al resort è
attrezzata. In totale ci sono una cinquantina di tiri, su roccia a
dir poco spettacolare, ovviamente regna la canna e lo strapiombo, e
le partenze iniziano quasi sempre con una scala per raggiungere la prima
stalattite. A tutto questo aggiungeteci che le pareti sono all'ombra da
metà mattina, l'avvicinamento è al massimo di 1 minuto, gli itinerari
sono quasi
tutti attrezzati a titanio (e molti cordoni su clessidre naturali o
artificiale) e la roccia è nuova vista la scarsissima frequentazione.
Insonna si tratta del paradiso di ogni climber! Manca solo
il condizionatore da parete, però almeno tra un tiro e l'altro ci si
può rinfrescare facendo un bel bagno!
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Aprile 2017
Islanda: Scialpinismo a Olasfjordur
Quando si organizza un viaggio
scialpinistico o alpinistico, si decide il periodo mesi prima,
cercando di fissarlo quando mediamente le condizioni sono le
migliori, ma è comunque sempre un terno al lotto, e fino all’ultimo
si spera di trovare sia bella neve che meteo stabile. Questa
settimana in Islanda è stato probabilmente uno dei viaggi più
riusciti da questo punto di vista, soprattutto perché a queste
latitudini il meteo stabile è abbastanza una chimera. Il primo giorno arriviamo a Reykjavík,
dove passiamo la sera e dormiamo. Il
secondo giorno, dopo 7 ore
di macchina arriviamo a Olasfjordur, la nostra base per i prossimi
giorni, e viste le condizioni non riusciamo a resistere alla
prima "pellata" del viaggio, alle 17 sci ai piedi e primi 1000m,
neve incredibile, la migliore farina della stagione, e panorami strepitosi. Il terzo giorno è semplicemente
strepitoso, neve nella notte e al mattino, quando inizia a schiarire
mettiamo gli sci, gran mazzo a tracciare, con inversioni faccia
valle per la troppa neve. Arrivati in cima esce il sole, e in
discesa l'apoteosi... godimento allo stato puro!! Un secondo giro è
stato obbligatorio, visto anche che la traccia di salita ormai era
già fatta.
Il quarto giorno nuvole e nevischio a tratti, ma le previsioni danno
miglioramento (che poi però non arriva...) e quindi si parte
compatti per la gita di giornata. Sempre tanta neve farinosa da
battere. Ci si alterna al comando e così si sale veloci verso la
cima, che rimane inviolata causa nebbia. Discesa con poca visibilità
ma su neve da favola, e dopo la consueta merenda islandese
ipercalorica, si va a smaltire con un bel canalino pomeridiano sopra
casa. Il
quinto giorno si ha la certezza che il "culo della guida", che
quest'anno mi aveva temporaneamente abbandonato in Norvegia, è
tornato prepotentemente! Condizioni mai viste, tempo buono e neve
sempre più strepitosa, visto che la notte nevica sempre. Ormai siamo
passati alla farina triplo zero!! Oggi si cambia fiordo e si fa un
bel canale ripido ripetuto tre volte, poi consueto giro serale
dietro casa su un pendio con solita neve farinosa da favola. Alla
sera inizia a comparire un po’ di stanchezza e si spera nel brutto
tempo per poter andare alle terme a riposare! Sesto giorno, purtroppo l'alta pressione
persevera... si sperava nel brutto tempo per andare alle terme, e
invece al mattino sole spendente e via subito con gli sci. Dalle due
gite giornaliere si passa alle 3... una prima di colazione, una di
giorno e una dopo merenda, tutte da tracciare, in salita, ma
fortunatamente anche in discesa su solita farina islandese triplo
zero, per un bel 2500m quotidiano!! E anche il settimo e ultimo giorno niente
terme... sole già dal mattino dopo la notte ventosa e con
precipitazioni. Il gruppo saggiamente mantiene il programma e va per
il giro turistico; io, vittima di bulimia scialpinistica, assieme ad
Adolfo, come ultima gita del viaggio facciamo la traversata
Dalvik-Olasfjordur con arrivo in sci direttamente sulla porta di
casa. Bellissimo giro di 16km, e per una volta tanto sfruttiamo la
traccia di gruppi austroungarici che ci precedono. E meno male,
anche perché le gambe sono ormai alla frutta! Alla sera si danno
fondo a tutte le scorte alimentari avanzate e si va a dormire
stanchi e satolli, ma quando già tutti dormivano, arriva un
messaggio dal nottambulo Tazio: Aurora! Ebbene si, abbiamo avuto
anche la fortuna di vedere l'aurora boreale, solo 10 minuti di
bagliori e luci in rapido movimento nel cielo, uno spettacolo
davvero unico e meraviglioso, che ha saputo emozionare pure un rozzo
alpinista come il sottoscritto! Insomma viaggio riuscitissimo, da tutti i
punti di vista (meteo, neve, luoghi, gite, location, ecc…), ma
soprattutto grazie a un gruppo fantastico (composto da Rosanna,
Silvia1, Silvia2, Martino, Tazio, Edoardo, Michele, Riccardo,
Adolfo, Luca e Alberto) con cui ho condiviso questa bella settimana
scialpinistica in terra islandese.
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Filmato
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Febbraio 2017
Norvegia-Alesund: Scialpinismo tra i fiordi
È il
terzo anno consecutivo che vado a Saebo in Norvegia a fare
scialpinismo, e se non mi sono ancora stufato dei buoni motivi ci
saranno. Innanzitutto la bellezza del posto e dei suoi fiordi, poi
la quantità di itinerari scialpinistici di assoluto livello, la
facilità di accesso alle gite, una base d'appoggio super
confortevole proprio in riva al fiordo e per ultimo anche un volo
comodo con partenza da Torino.
Quest'anno stagione anomala anche in Norvegia con temperature alte,
meno neve del solito e primi giorni con pioggia (!?) oltre i 500m.
Nonostante queste premesse siamo riusciti comunque a fare due gite
con neve inaspettatamente bella. Il terzo giorno invece ci siamo
dovuti arrendere, pioggia (e neve in alto) battente, così abbiamo
deciso di prendere il traghetto e visitare l'altra parte del fiordo
di Saebo andando a vedere tutte le possibili gite per una prossima
visita.
Fortunatamente negli ultimi due giorni ritorna il sole e riusciamo così
a fare due bellissime gite con i classici panorami norvegesi
mozzafiato ma soprattutto con tantissima neve fresca che ci ha
"costretto" a ripellare più volte!!
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Dicembre 2016
Thailandia: Arrampicata
La Tailandia, prima della "scoperta" di
Kalimnos, era considerata giustamente l'Eden degli arrampicatori. A
queste latitudini non ero mai stato e dopo tanti giri arrampicatori
in Spagna, Grecia, Turchia e Marocco, una visita alle pareti del
sud-est asiatico si imponeva. Quello che mi aveva sempre un po'
tenuto lontano era il caldo-umido di queste zone, sicuramente non la
condizione migliore per scalare. E in effetti aspettatevi di
scendere dai tiri fradici di sudore, ma col passare dei giorni ci si
abitua anche a queste temperature e l'arrampicata non ne risentirà
più di tanto. Per il resto è il posto piu bello in cui abbia mai
scalato!
Con uno scalo negli emirati, si arriva direttamente a Krabi, da qui
in 1h tra taxi e longboat si arriva a Tonsai, base di tutti gli
scalatori. Il posto sembra a tutti gli effetti un isola, in realtà è
terra ferma, ma irraggiungibile via terra causa mancanza totale di
strade e giungla impenetrabile. A Tonsai ci sono diversi resort, dai
più basici a un paio di standard più europeo (ma non nei prezzi
fortunatamente!), qualche minimarket e un negozietto di scalata e
ottimi ristoranti dove con meno di 10 euro si può gustare l'ottima
cucina tailandese con tanto di pesce fresco alla griglia (su tutti
il barracuda, strepitoso!).
Da Tonsai a piedi si raggiungono la maggiorparte delle falesie, una
quarantina, molte anche nella vicina Railey (10minuti a piedi) dove
si trovano i resort e le spiagge più turistiche e frequentate. Altri
settori si trovano nelle varie isolette che si possono raggiungere
con le longboat.
Le spiagge e il mare sono tra i più belli che potrete vedere (non
per niente hanno girato da queate parti il film the beach...), le
pareti sono incredibili con stalattiti impressionanti, è il regno
della scalata in 3 dimensioni, ma non mancano anche i muri
strapiombanti a buchi e tacche. Visto la bellezza dei posti ci
aspettavamo una super frequentazione, in realtà abbiamo trovato meno
gente del previsto, di europei praticamente nessuna traccia, tanti
australiani, americani, giapponesi e coreani.
Se la vita a Kalimnos è rilassante, qui lo è decisamente di più! Non
ci sono motorini (non ci sono strade!!) ma solo il rumore
(all'inizio fastidioso ma poi ci si abitua) delle longboat che
attraversano il mare da e per le varie isolette. La vita notturna a
Tonsai si limita a un paio di bar con musica reggae e ska.
Quasi tutti i settori sono stati ri-chiodati in fittoni in titanio
resinati, è stato fatto un lavoro veramente impeccabile. Sui tiri
sono presenti anche molti cordoni (in genere in buono-ottimo stato,
ma meglio sempre averne un paio dietro) su clessidre. L'unto non è
un problema, ho trovato decisamente più unta Rodellar e certi
settori di Kalimnos, il caldo invece è un fattore (portatevi scarpe
comode, e un asciugamano per asciugare il sudore dopo aver fatto i
tiri!). La maggior parte delle falesie sono strapiombanti e
rimangono all'asciutto in caso di pioggia.
Ovviamente non c'è solo la scalata, impensabile venire fino qui e
non fare kayak, snorkeling, fare trekking nella giungla o un giro in
longboat alle varie isole.
Noi in 11 giorni di arrampicata abbiamo visitato queste falesie:
Tonsai wall and roof: è la parete sopra il nostro
resort e si fa sicura direttamente dal bagnasciuga, avvicinamento
nullo, noi abbiamo fatto la via Humanality, bellissima, 5 tiri fino
al 6b+ con ultimo tiro da fare in opposizione su enorme stallattite
nel vuoto (basta una singola da 70m), e poi vari monotiri
direttamente dalla spiaggia, regno dello strapiombo e delle canne,
questo è decisamente il settore più frequentato, all'ombra al
mattino, e illuminato in parte di notte per chi vuole fare ancora un
tiro dopocena!
Thaiwand Wall: settore tra Tonsai e Railey, roccia
spettacolare con monotiri e un paio di vie lunghe di grado 7,
strepitosa la via Lord of the Thais 5 tiri costantemente
strapiombanti fino al 7b. All'ombra tutto il giorno.
Cobra wall: 10 tiri dal 6a al 7b, tutti molto belli,
si arrampica direttamente sopra il mare, all'ombra al pomeriggio.
Monkey World: parete di 130m dove abbiamo fatto le
belle vie Big Wave e The Beauty and the Beast, max 6b, basta una
corda da 70m, all'ombra al pomeriggio.
Wee's Present Wall: settore subito sopra la spiaggia
di Railey, all'ombra tutto il giorno, 20 tiri dal 5 al 7c+, con
alcuni autentici gioiellini come Tres Equis 7b+ e un nuovo 6c+
estrema sinistra della parete, su questo grado uno dei più belli che
abbia mai fatto!
The Nest/Wild Kingdom: è la falesia "urbana" di Tonsai,
sono due settori, quello di destra stile palestra, strapiombone a
zanche, tiri divertenti e ghisa assicurata. A sinistra canne e
stalattiti spettacolari, tutti i tiri sono assolutamente da fare, ci
sono anche un paio di vie da 4 tiri.
Per tutti gli altri settori toccherà ritornare e visto il potenziale
anche più volte!!
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Marzo 2016
Norvegia-Alesund: Scialpinismo tra i fiordi
Visto l'ottima riuscita del soggiorno in
Norvegia dello scorso anno nella zona di Alesund, anche quest'anno
torno con un nutrito e affiatato gruppo (Silvia1, Silvia2, Rosanna,
Gabriella, Martino, Arturo, Gian, Walter, Richi e Fabio) in questa
zona di montagne ideale per lo scialpinismo, visto le numerose
possibilità e la facilità di accesso. Nei primi giorni meteo
caratterizzato da una spiccata variabilità e dalle temperature
particolarmente. Siamo comunque riusciti a fare gite tutti i
giorni come da programma, e portare a casa un paio di gite "di gran
livello" su di tutte un "Kolastinden" stellare per meteo perfetto e
condizioni della neve super!
Queste le gite effettuate:
Kolastinden (1432m).
Nivane (930m)
Vallahornet (830m)
Hogfjettet (1035m)
Sylvkallen (1310m)
Fingeren (1180m)
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Agosto 2015
India-Ladakh: Stok Kangri (6137m) e Golep Kangri (5950m)
Dopo due anni di assenza ritorno nuovamente in
Himalaya, questa volta nella regione del Ladakh nel nord dell'India
in compagnia di un bel gruppo affiatato e in parte già rodato in
altre spedizioni, composto da Renata, Idillia, Gianpiero, Rossella,
Mario, Silvio, Lorenzo e Rosanna.
La partenza non è delle migliori, causa maltempo il volo da Delhi
per Leh viene cancellato e a noi non rimane che volare a Srinagar e,
dopo una bella notte rilassante su una houseboat in riva al fiume,
raggiungere Leh con un giorno di ritardo via terra tramite il
Kashmir e una delle tante "strade più pericolose del mondo" con il
superamento di 3 passi fino a 4000m.
Dopo un giorno di turismo tra i tanti monasteri attorno a Leh,
partiamo per il trekking nel parco nazionale di Hemis. In totale
saranno 2 settimane in giro per le montagne dai colori incredibili
del Ladakh, dormendo sempre in tenda e superando i passi Shang La
(4930m), Matho La (4930m), Stok La (4850m) e Ganda La (4950m).
L'obiettivo della spedizione era anche la salita allo Stok Kangri
(6137m). Dopo 10 giorni di trekking facciamo campo a 5000m e il
giorno dopo partenza a mezzanotte per salire lo Stok Kangri. Grazie
all'ottimo acclimatamento effettuato, tutto il gruppo raggiunge la
vetta tra le 6 e le 6:30. Condizioni della salita ottime, percorso
vario e lungo con bella cresta alpinistica finale. Grande
soddisfazione per tutti, soprattutto per Rossella e Mario al loro
primo 6000. Discesa veloce al campo dove le nostre guide ladake
hanno già preparato noodles e torte per festeggiare e recuperare le
energie.
Dopo un giorno di riposo al campo base, saliamo anche il vicino
Golep Kangri (5950m), bella salita diretta con un finale più ripido
su ghiacciaio.
Gli ultimi giorni del viaggio li dedichiamo invece alla visita del
Taj Mahal e della città abbandonata di Fatehpur Sikri, l'ideale
coronamento di queste 3 bellissime settimane passate in India.
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Aprile 2015
Turchia:
Scialpinismo nel parco dell'Ala Daglar
Dopo la Norvegia altra trasferta scialpinistica riuscitissima. Con
Silvia, Erika, Rosanna, Riccardo, Gian e Martino siamo stati in
Turchia per una settimana di scialpinismo. Dopo essere atterrati a
Kayseri, la sera eravamo già nella nostra comoda e accogliente casa
nel parco dell'Ala Daglar, serviti e riveriti da Ibrahim, Arif e
Ozum. Tra i monti dell'Ala Daglar, abbiamo salito il Kortleki, l'Avci
Veli e l'Emler. Tutte gite molto belle da far invidia ai più bei
itinerari sulle nostre alpi. Condizioni meteo perfette (a parte l'Emler
con giornata nuvolosa), molta neve, praticamente siamo sempre
partiti con gli sci dalla macchina, trasformata su tutti i versanti
e ancora farina nell'esposizione N. Dopo un giorno di meritato
riposo e immancabile visita alla vicina Cappadocia, ci siamo
concessi anche l'ultima cima, la vetta più alta dell'Anatolia: il
monte Erciyes 3920m. Salita lunga (1800m, in parte con impianti) e
con tratto finale alpinistico su 500m di canale a 35/40°. Neve
perfetta portante e meteo ottimo: la classica ciliegina sulla torta!
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Marzo 2015
Norvegia: Scialpinismo ad Alesund
Trasferta riuscitissima in terra norvegese in compagnia di Carlo,
Arturo, Silvia e Martino. Come meta abbiamo scelto Alesund che si
trova nel sud della Norvegia e quindi facilmente raggiungibile con
poche ore di volo da Torino. Il posto è veramente fantastico con
paesaggi incredibili e tipici norvegesi. Le possibilità di gite con
vista mare e fiordi sono innumerevoli e tutte raggiungibili
comodamente con la macchina. Ce ne sono per tutti i gusti,
difficoltà e dislivelli. Noi siamo anche stati fortunati con il
meteo, trovando giornate eccezionali, non una nuvola, cielo limpido
e temperature ideali. Non ci siamo fatti mancare anche una gita in
traversata con discesa diretta sul mare e rientro in barca. E alla
sera gran mangiate di salmone! Onestamente non potevamo chiedere di
meglio...
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Agosto 2014
Turchia: Arrampicata nell'Ala Daglar
Dopo tutto il maltempo preso sulle alpi in
quest'estate "invernale", una bella vacanza al sole e al caldo della
Turchia ci voleva proprio per ricaricare le batterie! Ovviamente non
poteva mancare una bella dose d'arrampicata, come meta abbiamo
scelto la zona dell'Ala Daglar che si trova nel centro della Turchia
a circa 80 km dalla più famosa Cappadocia. La zona è molto bella,
ambiente montano (il punto di partenza si trova a 1600m e le cime
più alte sfiorano i 4000m) con valli e pareti di calcare che
ricordano molto le Dolomiti. Ottima la base d'appoggio del bel
campeggio gestito da Recep e Zeynep: la coppia di turchi che hanno
chiodato e valorizzato la zona. Abbiamo scalato 8 giorni nel canyon Kazikli che presenta su un lato pareti di conglomerato rosso e
dall'altro pareti calcaree a buchi. Ovviamente non potevamo andare in Ala Daglar senza
scalare il Parmakkaya! Un monolite perfetto alto 300m che alla sola
vista vien voglia di scalarlo. Certo si fa desiderare, visto che per
arrivare all'attacco ci vanno due belle ore di camminata (riducibili
a 1h e 30min con un fuoristrada) e che le sue vie non sono certo
facili e plasir... Noi abbiamo scelto Orient (230m 7b max, 7a obbl.)
che tra le 3 vie moderne è sicuramente la più abbordabile. A patto
di superare il primo tiro, 50m di 7a con 8 spit che a freddo da
subito una bella sveglia! I tiri successivi sono più gestibili anche
se la chiodatura rimane sempre sul lungo (6c 35m 6 spit, 6c+ 45m 5
spit, 7b 45m 9 spit, 6b+ 55m 10 spit).
Dopo una via impegnativa ci stava una via più
plasir, ma sempre su roccia super. Recep ci consiglia la via Freedom
(250m 6b+ max, 6a+ obbl.) sulla Karayalak tower dicendo "five star
route". E in effetti aveva ragione! Poche volte mi era capitato di
fare una via sul 6b con una roccia così perfetta. I primi 5 tiri
sono puro godimento su cannellures e rigole che ricordano il miglior
Wenden. Poi seguono altri 2 tiri più normali per arrivare in cima.
Dopo questa scorpacciata di roccia abbiamo concluso il viaggio con un po' di sano turismo tra Cappadocia, mare,
Pamukkale e Istanbul.
Da ritornare, magari la prossima volta per vedere la versione
innevata e sciistica che sembra meritare altrettanto!
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Ottobre 2013
Himalaya: Kumbu valley, Kala Pattar (5545m) e Chukung Ri (5546m)
Erano già diversi anni che mancavo dal Nepal, e la voglia di
rivedere questo bellissimo paese era tanta. Questa volta assieme a
un bel gruppo assortito (in totale eravamo in 13!!) e proveniente
praticamente da tutte le regioni d'Italia (da Catania a Belluno!!)
siamo andati nella regione del Kumbu ad ammirare i colossi
Himalayani e soprattutto a vedere di persona sua maestà l'Everest!
L'inizio non è stato dei migliori, dopo un giorno passato a
Kathmandu ad ultimare gli ultimi preparativi prima del trekking,
seguono tre giorni di pioggia incessante (e soprattutto neve in
quota) che fanno slittare il nostro volo per Lukla. In questi tre
giorni ci diamo alla visita delle bellezze intorno a Kathmandu (Boudhanath,
Bhaktapur, Patan...), poi finalmente il tempo migliora e riusciamo a
raggiungere Lukla tramite il solito areoplanino ad elica (sempre
impressionante l'atterraggio sulla pista di Lukla!!).
Da qui inizia il nostro trekking, la perturbazione dei giorni
precedenti ha lasciato fino a 2 metri di neve sopra i 5000m (facendo
purtroppo anche diverse vittime), e quindi il programma originale
deve subire inevitabilmente alcuni cambiamenti. Poco male però, i
paesaggi con la neve risulteranno ancora più belli di quello che già
sono, e dopo solo 7 giorni dall'inizio del trekking tutti i
componenti della spedizione raggiungono il Kala Pattar, la montagna
(o "montarozzo" come lo apostrofa il romano Mario...) alto 5545m
posto di fronte a Everest e Lhotse.
Il trekking proseguirà con la salita anche del Chukung Ri (5546m) e
la salita al campo base dell'Ama Dablam.
Panorami stupendi uniti alla proverbiale accoglienza nepalese e
lodge sempre più confortevoli ed "occidentali" fanno di questo
trekking un viaggio che non deve mancare ad ogni appassionato di
montagna.
Purtroppo anche la fine non è stata delle migliori. L'aeroporto di
Lukla oltre ad essere sottodimensionato per la mole di turisti
presenti nel periodo autunnale, è soggetto alle nebbie pomeridiane
che salgono dalla valle. Così mentre 5 di noi riescono a prendere
dei voli, in otto rimaniamo 3 giorni bloccati a Lukla nell'attesa
(vana...) di un aereo. Alla fine solamente il 4 giorno riusciremo a
prendere l'elicottero (di aerei quel giorno non ne volerà neanche
uno...) che ci riporta a Kathmandu e da lì il rientro in Italia.
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Agosto 2013
Bolivia: Acotango (6052m) e Sajama (6542m)
Vista l'ottima riuscita lo scorso anno della spedizione in
Bolivia, anche quest'estate torno in questo bel paese
del Sud America. Questa volta scelgo di visitare il sud, in
compagnia di Rosanna1, Gianpiero e Idillia, Simone, Corrado e
Rosanna2. Come acclimatamento passiamo 5 giorni nell'affascinante
Salar de Uyuni, la distesa salata più grande al mondo che si eleva a
3700m di quota. A sud del Salar si estendono tra i 4000 e 5000m
altipiani con incredibili bellezze naturali
tutte da scoprire (laghi dai colori pazzeschi popolati da
fenicotteri rosa, deserti di sabbia, geyser, acque termali, canyon).
Qui come ulteriore acclimatamento saliamo il vulcano Licancabur,
montagna alta ben 5970m che si specchia sul lago verde (colorazione
dovuta all'arsenico, vietato fare il bagno!!). La salita ci fa
subito capire che con la quota e il freddo da queste parti non si
scherza, ma oltre ad essere una bella salita, questa cima ci prepara
per le più impegnative salite successive.
Dopo questa abbuffata di bellezze naturali, ci spostiamo a pueblo
Sajama, che sarà la nostra dimora per i prossimi dieci giorni. Dopo aver recuperato un po' di energie, saliamo il nostro primo
seimila, l'Acotango, salita facile ma comunque impegnativa vista la
quota. Arriviamo tutti in vetta anche se un po' scaglionati,
e così la sera possiamo festeggiare il successo di gruppo e il primo
seimila per Simone e Rosanna2.
Dopo un giorno di meritato riposo alle acque termali con vista
Sajama (incredibile fare il bagno a 4500m!), ci prepariamo per la
meta finale del nostro viaggio: il Sajama (6542m). Corrado e
Rosanna2, soddisfatti delle cime già conquistate, decidono di
tornare a La Paz per un po' di turismo. Con Denys e Lidia (le nostre
cuoche/organizzatrici boliviane) e Rosanna, Simone, Gianpiero e
Idillia, prepariamo il materiale e, prima con i muli e poi con i
portatori, saliamo al campo base (4800m) e il giorno successivo al
campo alto (5700m) uno spiazzo abbarbicato sopra la morena, dove
passiamo una notte discreta grazie all'assenza di vento.
Il giorno
dopo sveglia all'1 e si sale in vetta! La salita ci impegna più del
previsto, sicuramente il vento e il freddo si fanno sentire e
qualcuno patisce un po' di più del previsto, ma stringendo i denti
in circa 7 ore tutti saliamo in vetta alla cima più alta della
Bolivia! Poi discesa rapidissima e alla sera siamo già a pueblo Sajama e il giorno dopo ci ri-incontriamo tutti a La Paz per gli
immancabili festeggiamenti al ristorante argentino (the best in
town!).
Complimenti a tutti i partecipanti per l'ottima riuscita di questa
spedizione, per il buon allenamento e preparazione dimostrata e
anche per l'ottimo spirito di adattamento!
Adesso giusto il tempo per un paio di lavatrici, qualche salita
sulle nostre alpi e poi si riparte per l'Himalaya!
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Marzo 2013
Scialpinismo sull'Etna (3350m)
Bellissimo we in Sicilia a fare scialpinismo sull'Etna. Spedizione
nutrita (in totale 11!) alla scoperta dello scialpinismo sulle
pendici dell'Etna. Alla partenza venerdì sera da Caselle i dubbi
erano molti viste le previsioni che per il sabato davano allerta
meteo per forti temporali. Fortunatamente la perturbazione passa
velocemente il venerdì notte (acqua a secchiate con tuoni e
fulmini...) e già il sabato mattina il sole fa capolino tra le
nuvole. E allora dopo un sveglia con calma andiamo sul versante sud
e saliamo poco oltre alla torre del Filosofo arrivando a 3000m dove
si incontrano le prime colate di lava fumante (veramente
emozionante). Dopo una merenda in una classica pasticceria
siciliana, ritorniamo all'agriturismo per l'abbondante cena e il
giusto riposo (ottima l'accoglienza all'agriturismo
Cirasella di S. Alfio).
La domenica non possiamo chiedere di meglio dal meteo: sole e
assenza di vento. Le uniche nuvole che si vedono all'orizzonte sono
quelle che arrivano dai crateri sommitali. E così partendo da Piano
Provenzana saliamo fino al cratere di NE a 3350m passando di fianco
al cratere in questo momento attivo che continua a cannoneggiare e
sparare massi ad altezze considerevoli! Rapida discesa dalla cima,
e, dopo una pausa a distanza di sicurezza, iniziamo la discesa dei
pendii del vulcano che ci regala una sciata inaspettata: bellissimi
valloni e canali con neve stupenda grazie anche alle nevicate del
giorno prima.
Complimenti a tutti i partecipanti (Rosanna, Francesca, Silvia,
Gabriella, Renata, Martino, Enrico, Antonio, Maurizio, Gianpietro)
che hanno raggiunto la cima e condiviso con me questo breve ma
intenso WE di sci e vacanza.
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Agosto 2012
Bolivia: Condoriri Group , Huayna Potosi (6088m),
Illimani (6439m)
Inizio di spedizione in Bolivia. Gruppone numeroso e affiatato, in
totale 16 persone assieme a Riccardo l'amico e collega. Facciamo
base a La Paz e per acclimatarci alle mete più alte previste dal
viaggio, dopo un po' di turismo sui 4000m (Lago Titicaca, isla del
sol, Tiwanaku), scegliamo come prima meta il Wilamankilisani (5245m)
che decidiamo di salire per il canale centrale (diff.: AD, 45-50°
200m) tanto per allenarsi per le difficoltà delle prossime montagne.
Quindi ci spostiamo nel gruppo del Condoriri, facendo base in tenda
alla bellissima laguna Tuni, dove saliamo in successione picco
Austria (5350m), Tarija (5320m) e Pequeno Alpamayo (5370m) per la
sua bella ed estetica cresta.
Completato l'acclimatamento si sale a passo Zongo per la salita
dell'obiettivo della spedizione: Huayna Potosi (6088m). Il gruppo si
riduce a 11 (chi aveva già deciso di andare a visitare il salar de
Uyuni, chi purtroppo vittima di qualche virus). Grazie all'ottima
forma e acclimatamento del gruppo, decidiamo di salire il Huayna
direttamente dal rifugio che si trova al passo Zongo (4800m), il
dislivello totale e' di 1300m, ma in questo modo si evita di passare
una notte al rifugio alto (affollato, freddo e maleodorante!). Dopo
10 giorni di sole, incredibilmente la mattina della salita nevischio
e vento. Che beffa non si può salire! Fortuna che avevamo previsto
un giorno di recupero, che si rivela fondamentale! Infatti la
mattina seguente giornata spettacolare, mare di nuvole sotto i 4000m
con sole e caldo che ci accompagnano nella salita e in poco più di 7
ore siamo tutti in cima al Huayna! Per quasi tutti e' il primo
6000m, ma grazie al programma di acclimatamento e all'allenamento
non sembra proprio! Complimenti a tutti (Melania, Rosanna, Giorgio,
Alessio, Romeo, Domenico, Luca, Lino, agli "ammalati" Flavio, Valeria
e Mario, e ai "turisti" Maela,
Pietro ed Erika, tutti comunque con in "saccoccia" almeno 3 cime da
5000m) per l'ottima riuscita della spedizione!
Quando eravamo tutti pronti a tornare a casa ecco la sorpresa:
uragano Isaac su Miami con conseguente cancellazione del volo! Il
gruppo decide di tornare con un nuovo piano di volo definito da noi
"viaggio della speranza" con una serie imprecisata di scali tra nord
e sud America. Io e Riccardo invece decidiamo di sfruttare questa
opportunità facendo un'altra settimana di vacanza con obiettivo l'Illimani
la bella montagna che con i suoi 6439m sovrasta La Paz. Decidiamo
per un'organizzazione "light" come piace a noi: niente cuochi,
portatori e campi alti. Andiamo in macchina fino a Pinaya, poi con
l'aiuto di un mulo in meno di 2 ore fino al campo base (4400m). Il
giorno seguente più di 2000m di dislivello (i primi 1000 fino al nido del Condores bruciati in 1h 45min con l'aiuto di Maxi un portatore di
Pinaya che ci aiuta a portare picca, ramponi e corda). Peccato solo
che sottovalutandoci decidiamo per una partenza troppo anticipata
(1:30 di notte, col senno del poi saremmo dovuti partire alle 5!). Arriviamo a 6000m ancora con il buio, ma
soprattutto complice il vento fortissimo, fa troppo freddo per
continuare. Ci mettiamo al riparo dentro un crepaccio per un'ora
dove cerchiamo di riattivare la circolazione di mani e piedi a
grosso rischio congelamenti. Dopo
la pausa forzata decidiamo di riprendere la marcia tra le folate di
vento. Poco dopo le 8 siamo già in cima, completamente congelati
(comprese purtroppo le nostre macchine fotografiche, niente foto di
vetta!). Abbraccio di rito e subito giù al sole e al riparo dal
vento. Complice le condizioni climatiche alla fine l'Illimani si è rilevata una
salita durissima veramente al limite delle nostre forze, ma che con
caparbietà e soddisfazione abbiamo portato a casa!
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Foto3
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Agosto 2011
Tanzania: Kilimanjaro (5985m)
Bellissimo viaggio nel cuore dell'Africa con Gabriella, Paola,
Rosanna, Pierluigi, Gianpietro e Simone. L'obiettivo era la salita
al Kilimanjaro che con i suoi 5895m è la montagna più alta del
continente, ma soprattutto la visita a un paese straordinario come
la Tanzania.
Il Kili l'abbiamo salito dalla Machame Route, che si è rilevata
molto bella e varia con un continuo cambiare di paesaggi e flora per
un totale di 6 giorni a spasso per questo incredibile vulcano.
Per poi concludere degnamente il viaggio ci siamo anche concessi la
visita a due parchi, al piccolo ma affascinante parco di Arusha e al
giustamente famoso cratere di Ngorongoro, dove abbiamo potuto vedere
tutte le specie animali tipiche della savana, peccato solo che il
leone sia sempre rimasto in lontananza, troppo per essere
fotografato, toccherà tornare!
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Febbraio 2011
Marocco:
Scialpinismo sull'Alto Atlante
Bellissima spedizione extraeuropea di scialpinismo con Rosanna,
Orfeo, Stefano, Marco, Al, Alby, Jimmy e Luca all'insegna del sole,
grandi sciate e ottimo cibo! Le montagne dell'Alto Atlante in
Marocco si prestano benissimo all'attività dello scialpinismo
presentando ottimi valloni, canali, colli e pendii dove potersi
scatenare in discese degne delle nostre alpi. La zona del Toubkal è
sicuramente la migliore, con diverse montagne che superano i 4000m e
con il rifugio omonimo che sorge a 3200m e che permette di
effettuare molte gite facendo base sempre nello stesso posto. Noi
abbiamo trovato ottime condizioni, mai una nuvola o vento,
innevamento non abbondantissimo ma sufficiente per fare tutti gli
itinerari previsti, anzi ben di più visto l'ottimo stato di forma di
tutti i partecipanti!
Già il primo giorno non ci siamo accontentati dei 1500m di
avvicinamento al rifugio, ma per studiare un po' gli itinerari io e
Alby ci siamo spinti fino al Tizi n'Ouagane (3750m), mentre Al e
Jimmy testavano la neve sul Tizi n'Ouanoums (3680m).
Il secondo giorno effettuiamo il "Gran Tour del Ras", salita al
Tizi n'Ouagane, discesa dal suo versante sud (diff. 3.3 E1), salita
del canale O (45°) del Timezguida (4088m), traversata al Ras
(4083m), discesa del suo canale NE (diff. 4.2 E2), breve risalita al
Tizi n'Ouanoukrim (3965m) per poi scendere il vallone omonimo fino
al rifugio, per concludere così un bellissimo giro.
Il terzo giorno si alza la posta... Al mattino saliamo il couloir NE
della Breche des Clochetons (3920m diff. 3.3 E1), definito
giustamente dalla guida come uno dei più belli del massiccio. Poi
breve sosta con classico thè alla menta al rifugio e salita alla
cima simbolo dell'Alto Atlante: il Toubkal (4167m), con bella
discesa pomeridiana su neve primaverile.
Il quarto giorno salivamo l'Akiod (4030m) dal Tizi Afella con
discesa del suo canale NE (diff. 4.2 E1) attraverso il Tizi n'Ouanoukrim,
per poi rientrare a Imlil per la festa di fine raid al gite di Abdou
dove, inaspettatamente e per la gioia di tutti, trovavamo anche una
cassa di birra!
Una giornata di turismo tra i giardini e il souk di Marrakech
concludevano degnamente un viaggio che sicuramente rimarrà nella
memoria di tutti i partecipanti!
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Gennaio 2011
Ecuador:
Cotopaxi (5897m), Chimborazo (6310m)
Spedizione extraeuropea di fine anno sui vulcani dell'Ecuador. Con
un bel gruppo numeroso formato da Rosanna, Renata, Paola, Idillia,
Gianpiero, Pierluigi, Simone ed Ernesto, abbiamo passato le vacanze
di natale in Ecuador. L'obiettivo era quello di salire alcuni dei
suoi numerosi vulcani. Dopo essere atterrati a Quito, ci siamo
acclimatati prima sul Pichincha (4797m) poi sull'Illiniza Norte
(5126m). Poi dopo un giorno di riposo nel bel Hostal di Machachi
siamo saliti al Cotopaxi (5897m) in una bella giornata serena e
neanche troppo fredda. Quindi siamo scesi a sud a ricaricare le
batterie a Banos con i sui imperdibili bagni termali, quindi belli
carichi e motivati siamo saliti al rifugio Whymper (5000m) per
salire l'ultimo vulcano in programma: il Chimborazo (6310m). La via
di salita era in ottime condizioni grazie alle recenti nevicate;
purtroppo però un'intensa nevicata nella notte della salita ci ha
fatto desistere dalla sua scalata. Gli ultimi giorni sono stati poi
dedicati a un po' di turismo nel paese, chi alle Galapagos e chi
nella giungla amazzonica.
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Ottobre
2010
Madagascar: Arrampicata a Tsaranoro e Diego Suarez
Con
Rosanna siamo andati alla scoperta del Madagascar. Come sempre è
l'arrampicata che ci muove e quindi non poteva mancare la visita
all'altipiano dello Tsaranoro con le sue pareti di granito alte fino
a 800m. Su queste pareti nel corso degli ultimi 15 anni sono state
aperte diverse vie, tutte impegnative visto il tipo di roccia:
lavagne verticali con piccole tacche e qualche knobs. Le vie
vanno dai 300m agli 800m, preparatevi a lunghi viaggi visto che i
tiri sono in genere lunghi anche più di 50m (fondamentali le corde
da 60m su molte vie). Su tutti gli itinerari si scende in doppia.
Le pareti sono esposte a sud-est e in questo periodo dell'anno fa
decisamente caldo, fortunatamente è sempre ventilato e la roccia è
aderentissima, ma bisogna portarsi tanta acqua in parete e scarpette
comode!
Noi abbiamo percorso 3 vie, tutte molto belle e consigliabili, tra
le più belle da noi fatte su granito.
Dopo
le vie lunghe ed impegnative dello Tsaranoro ideale è andare a
rilassarsi al nord del Madagascar a Diego Suarez. Qui oltre a
spiagge stupende e a parchi naturali si trovano diverse ottime
falesie di calcare.
Noi prima siamo stati nella valle dei Perroquets dove ci sono
diversi settori di ottimo calcare a stallattiti e canne in mezzo
alla foresta di manghi, papaie e baobab.
Successivamente siamo andati a scalare nell'arcipelago di Nosy Hara.
Questo è semplicemente un paradiso naturale assolutamente da
preservare, costituito da piccole isole sperdute nell'oceano
indiano, con belle pareti di calcare a ridosso di spiagge cosparse
di corallo e conchiglioni.
Entrambi i siti si trovano in un parco naturale e l'accesso è
regolamentato. Per poterci andare bisogna appoggiarsi
all'organizzazione
New Sea Rock
gestita da Matt Delac, un francese trasferitosi 12 anni fa in
Madagascar e che ha attrezzato le pareti assieme a Piola e ha poi
costruito i due campi con tende e bungalow dove si sta benissimo
grazie anche alla splendida accoglienza dei malgasci.
Lista
delle vie salite
Linea Bianca:
350 m,
7 tiri: 7a max; 6b obbl. (5c, 6a+, 6c+, 6b+, 6b+, 7a, 6b).
Life in a fairy tale: 500 m, 11 tiri: 7a max; 7a obbl. (5c,
6c+, 6a+, 6c+, 7a, 7a, 6c, 7a, 7a, 6c+, 6a).
Tsaradonga: 300 m, 6 tiri: 7a max; 6c obbl. (5c, 7a, 6c, 6b+,
6b+, 6b).
Materiale: 2 corde da
60m, 14 rinvii; friend dallo 0,3 a 0,75 per i primi due tiri di
Linea bianca che sono in comune con la via Bravo les filles.
Discesa:
in doppia per tutte le vie.
Periodo:
da giugno a ottobre
(ideale
agosto, settembre).
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Foto2 |
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Settembre
2010
Marocco:
Arrampicata a Taghia
Con
Matteo, Eli, Michele A., Adriano, Luigi e Michele M. breve trasferta
in Marocco alla scoperta delle pareti di Taghia. Dai racconti di chi
ci aveva preceduto l'aspettativa era altissima, ma non è stata
disattesa, anzi la realtà ha superato l'immaginazione anche del più
sognatore degli arrampicatori!
Il paesino di Taghia si trova sull'Alto Atlante e si raggiunge da
Marrakech con circa 6 ore di fuoristrada e altre 3 a piedi con i
muli. Da Taghia si diramano 3 canyon, con pareti di calcare da ambo
i lati alte fino a 800 m.
La roccia è la migliore che possiate immaginare, un misto di Verdon,
Ceuse e Wenden! Attualmente ci sono circa 100 vie attrezzate per
tutti i gusti, anche se prevalgono quelle mediamente impegnative.
Con Matteo siamo riusciti a salirne 5 in cinque giorni per un totale
di 2000m di sviluppo! Tra tutte ci rimarrà nella mente l"Axe du
Mal", avete presente la parete di Demi Lune a Ceuse? Beh
allungatela per 500m e avrete la parete dove corre questa perla
aperta da Arnaud Petit e soci!
Lista
delle vie salite
Au nom de la reforme:
250 m
7 tiri: 3, 6a, 6c, 6b+, 6a+, 5a, 6b+; 6b obbl.
Zebda: 250 m
8 tiri: 7b+, 6a+, 6c+, 7b, 7a, 6c, 6c+, 6b; 6c obbl.
Axe du Mal: 500 m
14 tiri: 6b+, 6b+, 7a, 6c+, 6c+, 7a+, 6c+, 7b, 7c, 6b+, 7c+, 7a, 7a,
6b+; 7a obbl.
Canyon Apache: 300 m
10 tiri: 5c, 6b, 6b, 6c, 6a+, 6b, 6b+, 6c, 6b+, 6a+; 6b obbl.
Baraka: 700 m
15 tiri: 6b+, 6b, 6b+, 7b, 6b+, 6c, 6a+, 5c, 6a, 5b, 6a, 4b, 6a,
6a+, 6b; 6b obbl.
Materiale: 2 corde da
60m, 14 rinvii, 2-3 friend medi per Baraka (0,5-1 BD).
Discesa:
in doppia per tutte le vie, per Baraka discesa a piedi dalla cima,
poi doppia di 35m al colletto tra Oujdad e Tauojdad e ritorno alla
base seguendo il comodo canale tra Tadrarate e Oujdad.
Periodo: primavera o autunno.
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Gennaio 2010
Marocco:
Arrampicata nelle
gole di Todra
Breve vacanza in Marocco. Lasciato l'inverno e la neve a casa ci
siamo ritrovati in pieno clima primaverile, con caldo e sole di
giorno e fresco di notte. Dopo un giorno nell'affascinante Marrakech
ci siamo spostati nel sud alle gole di Todra dove abbiamo
arrampicato per 4 giorni. Il posto è molto bello e ci sono pareti di
calcare ocra a perdita d'occhio, dove scalatori europei hanno
attrezzato vie per tutti i gusti, dai monotiri alle vie lunghe,
dall'arrampicata sportiva al trad, dal 5 all'8b. Dopo esserci
consumata la pelle delle dita su queste splendide rocce, abbiamo
continuato il viaggio verso il sud con un'escursione a dorso di
dromedario e notte in tenda nell'erg (deserto sabbioso) marocchino
di Merzouga.
Terra affascinante quella marocchina, bisognerà tornare per scoprire
gli altri "spot" d'arrampicata o per qualche bel raid scialpinistico
nell'Atlante.
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Maggio
2009
Grecia: arrampicata a
Kalymnos
Dopo tanto sci e neve è arrivato il momento di rimettere le
scarpette e riprendere ad arrampicare. Quale miglior modo di
cominciare la stagione se non andare nel paradiso dell'arrampicata?!
Siamo stati 10 giorni nella meravigliosa isola di Kalymnos, la
vacanza ideale per ogni appassionato di questo sport. Con Rosanna,
Antonella, Matteo, Marco e Sergio abbiamo girato l'isola e trascorso
belle giornate dove le preoccupazioni maggiori erano quelle di
scegliere la falesia dove scalare e il ristorante dove andare a
cena!!
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Ottobre 2008
Himalaya: Manaslu
8163m
Con Rosanna, Matteo, Luca, Diego, Fabio, Romano, Nives e Leila in
spedizione in Nepal su una delle 14 montagne alte 8000m. Scopri
com'è andata leggendo il
diario
della spedizione e guarda le foto degli incredibili scenari dalle
montagne più belle del mondo.
diario
Filmato
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Dicembre 2007
Turchia: arrampicata
ad Antalya
Dieci giorni di vacanza-arrampicata in Turchia. Siamo
stati prima a Geyikbayiri e poi ad Olympos entrambi vicino ad Antalya. Posti incredili,
arrampicata a dir poco entusiasmante e tempo sempre bellissimo e caldo (a volte anche
troppo!!).
Attualmente ci sono più di 300 tiri alcuni veramente indimenticabili, assolutamente da
ritornarci al più presto!
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Settembre
2007
Grecia: arrampicata a Kalymnos
Dopo un lungo corteggiamento finalmente con Rosanna
siamo stati sull'isola più famosa al mondo per l'arrampicata. Le aspettative seppur molto
alte non sono state deluse. Tutto è perfetto, il posto, l'accoglienza, il clima. E
l'arrampicata...beh non ha eguali, il meglio che possiate immaginare!
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